Affidare un genitore a una RSA è una scelta complessa che coinvolge emozioni profonde e spesso contrastanti.




Non è raro che i familiari si sentano divisi tra il desiderio di garantire al proprio caro cure adeguate e la paura di “abbandonarlo”. Questi sentimenti, seppur naturali, possono pesare molto sul processo decisionale. Riconoscere che non si tratta di un fallimento personale ma di un atto di responsabilità è il primo passo per affrontare questo momento con maggiore consapevolezza e serenità.
Il senso di colpa è un’esperienza emotiva intensa che colpisce molti familiari. Spesso nasce dall’idea che decidere il ricovero sia una mancanza personale, un fallimento nel prendersi cura adeguatamente del proprio genitore. In realtà, questa scelta può rappresentare l’atto d’amore più concreto quando le esigenze assistenziali superano le risorse familiari.
Aspettative culturali e sociali contribuiscono ad alimentare il peso emotivo: nella nostra società si tende a idealizzare l’assistenza domiciliare come dovere “naturale” dei figli.
Tuttavia, è importante ricordare che valutare l'ingresso in RSA è un processo complesso che richiede un'analisi obiettiva delle necessità assistenziali e delle risorse disponibili. Affidarsi a una struttura qualificata può essere la decisione più responsabile per garantire cure sicure, adeguate e continuative, specie quando la complessità sanitaria lo richiede.
L’ingresso in RSA non interrompe il legame familiare, ma lo trasforma. Questa nuova fase può diventare l’occasione per vivere la relazione in modo diverso, con forme di presenza affettiva e di cura più consapevoli e sostenibili.
Ammettere i propri limiti non equivale a rinunciare ai doveri filiali, ma riconoscere che certe necessità richiedono competenze e risorse che non sempre sono presenti in casa. Le RSA del gruppo KOS / Anni Azzurri garantiscono assistenza 24 ore su 24 con personale qualificato, per patologie complesse, offrendo un servizio che integra le cure mediche, infermieristiche e assistenziali.
Inoltre, i familiari possono continuare a essere parte attiva della vita dell’ospite: con visite regolari, partecipazione alle attività, dialogo e mantenimento delle tradizioni familiari si rafforza la relazione.
È utile comunicare correttamente con l'anziano riguardo a questo cambiamento, coinvolgendolo nel processo decisionale quando possibile e rassicurandolo sulla continuità dei rapporti familiari.
Superare i sensi di colpa richiede tempo, ma esistono strategie concrete per alleggerire il carico emotivo. Confrontarsi con altri caregiver che hanno vissuto esperienze simili può, ad esempio, aiutare a sentirsi meno isolati e a riconoscere che i dubbi sono normali.
Il supporto psicologico professionale è un’altra opportunità preziosa: molte strutture Anni Azzurri hanno attivato servizi di televisita psicologica e psichiatrica rivolti a ospiti e familiari, grazie alla rete specialistica del Gruppo KOS.
Creare nuove routine e tradizioni condivise nella struttura, partecipare alle iniziative offerte, trascorrere tempo di qualità insieme, contribuisce a costruire una nuova normalità familiare che può essere fonte di significato e vicinanza reciproca.
Una RSA di qualità non assiste solo l’ospite, ma accoglie anche il vissuto emotivo dei familiari. Le strutture Anni Azzurri promuovono percorsi di accompagnamento per i caregiver, mettendo a disposizione psicologi e assistenti sociali che supportano la rielaborazione del senso di colpa e la ridefinizione del ruolo familiare.