La confabulazione negli anziani: i sintomi, le cause e come affrontarla con empatia e supporto adeguato.
È comune imbattersi in episodi che coinvolgano soggetti in età geriatrica e confabulazione, ovvero la tendenza di creare situazioni e notizie di natura falsa e fantasiosa.
Si tratta di una condizione che può combinare ricordi distorti e fantasie e che va necessariamente riconosciuta e approcciata adeguatamente, considerando sempre che la sua natura, da parte dell’anziano, non è intenzionale, ma il risultato del naturale processo degenerativo del cervello.
Questo approfondimento si focalizza sul fenomeno della confabulazione, offrendo una comprensione complessiva delle ragioni per cui gli anziani tendono a inventare fatti e storie, con l'obiettivo di una gestione più efficace
La confabulazione è un particolare fenomeno che coinvolge la psiche dell’anziano, inducendolo alla creazione di aneddoti, ricordi o racconti falsi oppure distorti, ma che la persona percepisce come veri, per colmare delle lacune nella propria memoria.
No, non stiamo parlando di bugie, ma bensì di racconti e situazioni che, il soggetto coinvolto, considera come reali e autentici.
Una condizione, quella della confabulazione, che si verifica in presenza di demenza e altre malattie degenerative, che vedono compromesse alcune aree del cervello responsabili della memoria.
Ricordi, piccoli dettagli oppure storie complesse e ricche di sfumature, che rappresentano, spesso, un tentativo inconscio di mantenere coerenza e continuità nel proprio senso di sé.
Le cause alla base della confabulazione possono essere diverse, tra cui, come accennato, le malattie degenerative quali demenza e Alzheimer, oppure eventi stressanti impattanti sulla funzione cerebrale.
Infortuni o lesioni al cervello possono causare il fenomeno, ma anche la sindrome Korsakoff, associata all’alcolismo e caratterizzata da un importante deficit di memoria.
In questo caso la confabulazione diventa un vero meccanismo di sopravvivenza e autodifesa.
È fondamentale infatti comprendere che, attraverso la confabulazione, l’anziano può adattarsi cercando un senso per la propria realtà e il mondo che vive.
Sicuramente il fattore principale che aiuta a distinguere un fenomeno di confabulazione da una menzogna, risiede nel fatto che il soggetto coinvolto non desidera ingannare o mentire e non è consapevole della falsità di ciò che racconta.
Possiamo affermare che, infatti, si tratta del danneggiamento delle strutture neurali implicate nei processi che riguardano la memoria, che causano vere e proprie distorsioni della stessa, portando progressivamente al fenomeno della confabulazione.
A tal proposito, la neuroscienza ha individuato i criteri utili a distinguere la confabulazione:
La persona che confabula non lo fa con lo scopo di ingannare, ma, come anticipato, con il desiderio di riempire alcuni gap della memoria.
Solitamente questa condizione viene associata a danni cerebrali o patologie neurologiche, tra cui la demenza, lesioni dell’area responsabile della gestione della memoria, oppure amnesia.
Un anziano che inventa cose, fatti e dettagli, come abbiamo visto, deve essere quindi compreso e supportato, adeguatamente.
Qual è dunque l’atteggiamento ideale da assumere in presenza di questo fenomeno?
Anzitutto ricordiamoci sempre che l’empatia e la gentilezza sono fondamentali quando si tratta con persone in età senile, più fragili e sicuramente vulnerabili.
Una comunicazione chiara e rassicurante, un ambiente familiare e organizzato possono ridurre il carico d’ansia nel soggetto, favorendo un senso di benessere, serenità e sicurezza.
Coinvolgere la persona in attività che stimolino la mente, tra cui giochi di memoria, per esempio, è una scelta che può migliorare la funzione cognitiva.
In ultimo, un’adeguata assistenza medica professionale fornita da un medico specializzato in geriatria può guidare al trattamento più adatto ed efficace.