Confabulazione: perché gli anziani si inventano le cose?

La confabulazione negli anziani: i sintomi, le cause e come affrontarla con empatia e supporto adeguato.

12 novembre 2024
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Confabulazione: perché gli anziani si inventano le cose? Confabulazione: perché gli anziani si inventano le cose?

È comune imbattersi in episodi che coinvolgano soggetti in età geriatrica e confabulazione, ovvero la tendenza di creare situazioni e notizie di natura falsa e fantasiosa.

Si tratta di una condizione che può combinare ricordi distorti e fantasie e che va necessariamente riconosciuta e approcciata adeguatamente, considerando sempre che la sua natura, da parte dell’anziano, non è intenzionale, ma il risultato del naturale processo degenerativo del cervello.

Questo approfondimento si focalizza sul fenomeno della confabulazione, offrendo una comprensione complessiva delle ragioni per cui gli anziani tendono a inventare fatti e storie, con l'obiettivo di una gestione più efficace

Confabulazione: che cos'è?

La confabulazione è un particolare fenomeno che coinvolge la psiche dell’anziano, inducendolo alla creazione di aneddoti, ricordi o racconti falsi oppure distorti, ma che la persona percepisce come veri, per colmare delle lacune nella propria memoria.

No, non stiamo parlando di bugie, ma bensì di racconti e situazioni che, il soggetto coinvolto, considera come reali e autentici.

Una condizione, quella della confabulazione, che si verifica in presenza di demenza e altre malattie degenerative, che vedono compromesse alcune aree del cervello responsabili della memoria.

Ricordi, piccoli dettagli oppure storie complesse e ricche di sfumature, che rappresentano, spesso, un tentativo inconscio di mantenere coerenza e continuità nel proprio senso di sé.

Possibili cause della confabulazione negli anziani

Le cause alla base della confabulazione possono essere diverse, tra cui, come accennato, le malattie degenerative quali demenza e Alzheimer, oppure eventi stressanti impattanti sulla funzione cerebrale.

Infortuni o lesioni al cervello possono causare il fenomeno, ma anche la sindrome Korsakoff, associata all’alcolismo e caratterizzata da un importante deficit di memoria.

In questo caso la confabulazione diventa un vero meccanismo di sopravvivenza e autodifesa.

È fondamentale infatti comprendere che, attraverso la confabulazione, l’anziano può adattarsi cercando un senso per la propria realtà e il mondo che vive.

Come distinguere confabulazione e bugie?

Sicuramente il fattore principale che aiuta a distinguere un fenomeno di confabulazione da una menzogna, risiede nel fatto che il soggetto coinvolto non desidera ingannare o mentire e non è consapevole della falsità di ciò che racconta.

Possiamo affermare che, infatti, si tratta del danneggiamento delle strutture neurali implicate nei processi che riguardano la memoria, che causano vere e proprie distorsioni della stessa, portando progressivamente al fenomeno della confabulazione.

A tal proposito, la neuroscienza ha individuato i criteri utili a distinguere la confabulazione:

  • Distorsione della realtà: la confabulazione porta alla creazione di racconti oppure dettagli lontani dalla realtà e arricchiti di elementi falsi.
  • Resistenza alla correzione: l’anziano, laddove corretto, mantiene la sua versione dei fatti, senza riconoscere l’errore.
  • Coerenza nel racconto: nonostante la natura del ricordo, la confabulazione si presenta strutturata e coerente, risultando difficile da identificare come racconto fantasioso.
  • Contestualizzazione: i racconti vengono contestualizzati in modo specifico e ben definito.

La persona che confabula non lo fa con lo scopo di ingannare, ma, come anticipato, con il desiderio di riempire alcuni gap della memoria.

Solitamente questa condizione viene associata a danni cerebrali o patologie neurologiche, tra cui la demenza, lesioni dell’area responsabile della gestione della memoria, oppure amnesia.

Come comportarsi con un anziano con confabulazione

Un anziano che inventa cose, fatti e dettagli, come abbiamo visto, deve essere quindi compreso e supportato, adeguatamente.

Qual è dunque l’atteggiamento ideale da assumere in presenza di questo fenomeno?

Anzitutto ricordiamoci sempre che l’empatia e la gentilezza sono fondamentali quando si tratta con persone in età senile, più fragili e sicuramente vulnerabili.

Una comunicazione chiara e rassicurante, un ambiente familiare e organizzato possono ridurre il carico d’ansia nel soggetto, favorendo un senso di benessere, serenità e sicurezza.

Coinvolgere la persona in attività che stimolino la mente, tra cui giochi di memoria, per esempio, è una scelta che può migliorare la funzione cognitiva.

In ultimo, un’adeguata assistenza medica professionale fornita da un medico specializzato in geriatria può guidare al trattamento più adatto ed efficace.

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