Una mattinata del tutto originale per gli ospiti della nostra RSA Abitare il Tempo KOS di Loreto.
Accompagnati dal personale della Struttura, gli ospiti della Rsa diretta dal dott. A. M. Novelli sono stati in visita presso l’Antiquarium Statale di Numana (in provincia di Ancona), Museo archeologico che rappresenta una eccellenza della Riviera del Conero nelle Marche con il quale il Gruppo KOS ha sottoscritto, unitamente all’Ente Regionale Parco del Conero, un progetto, denominato “ArcHeoTime”, che consente a persone con disabilità, oltre a poter usufruire del piacere di una visita al museo, l’opportunità di un percorso educativo, di stimolo cognitivo e inclusione sociale.
Gli ospiti della RSA, accompagnati dal personale sanitario dell’equipe psico-educativa, hanno visitato il museo e ricevuto le spiegazioni da parte degli operatori museali dedicati al progetto.
I percorsi e i laboratori all’Antiquarium saranno arricchiti, in date differenti, dalla visita anche dell’Archeodromo del Parco del Conero, dove i visitatori troveranno la ricostruzione di un’abitazione picena e verrà loro illustrato concretamente come si viveva e si lavorava a Numana nell’antichità.
Il progetto “ArcHeoTime” coinvolge anche i pazienti della Comunità Psichiatrica per minori “Beata Corte” Neomesia di Serrapetrona.
Negli ultimi anni si sta parlando sempre più frequentemente di “archeoterapia” come attività con lo scopo di coinvolgere pazienti con disabilità fisiche, cognitive e con difficoltà psichiche portandoli a contatto con la storia, l’archeologia e l’arte.
Anni Azzurri, in tal senso, ha attivato appunto il progetto “ArchHeoTime” in cui l’archeologia, e la sua fruizione presso i musei, i siti e percorsi ad essa dedicati hanno per i pazienti e ospiti delle strutture sanitarie diverse funzioni: inclusione sociale, riabilitative e in parte terapeutiche.
“Uno scopo iniziale – dice lo psicologo di Abitare il Tempo, Alessio De Santis - è quello di promuovere un’attività che stimoli la mente favorendo la familiarità con l’archeologia e accrescere il piacere della conoscenza che non ha distinzioni di età, genere e condizioni psicofisiche. Un ulteriore obiettivo è di favorire l’inclusione sociale tramite un’apertura al territorio: uscendo dalle strutture i nostri pazienti possono “incontrare” direttamente il reperto archeologico e fare un’esperienza percettiva, evocativa ed emotiva di esso. Dopo aver conosciuto la storia dei reperti, gli scopi e le tecniche di realizzazione, attraverso la loro fruizione visiva e sensoriale, si può entrare in sintonia con essi permettendo al paziente l’esplorazione di cosa si prova a osservare e toccare fattivamente un reperto antico”.
Richiedi una consulenza al nostro staff.