La riabilitazione respiratoria, un aiuto per i polmoni

L’incremento dell’incidenza nella popolazione globale delle malattie respiratorie croniche (BPCO), come evidenziato da tutta la letteratura scientifica internazionale, impone l’attuazione di metodiche di prevenzione di terapia sempre più pertinenti ed efficaci.

09 giugno 2023
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La riabilitazione respiratoria, un aiuto per i polmoni La riabilitazione respiratoria, un aiuto per i polmoni

L’associazione alle terapie mediche tradizionali delle tecniche di riabilitazione respiratoria consente di ottenere i migliori risultati in tema di qualità della vita e di sopravvivenza.

Sull’importante necessità di ricorrere alla riabilitazione respiratoria ne parliamo con il Dott. Luigi Calcagno, Pneumologo Responsabile dell’Ambulatorio di Riabilitazione Respiratoria sito all’interno della Residenza Castagnola di Chiavari.

Quali sono le patologie che, per la loro cura e per il loro recupero richiedono un intervento di riabilitazione respiratoria?

“Sono soprattutto le malattie respiratorie ostruttive croniche che vanno sotto la sigla BPCO e che includono la bronchite cronica ostruttiva, l’asma bronchiale cronico, l’enfisema polmonare e le patologie ipersecretive caratterizzate da tosse e catarro quasi perenne (sindromi bronchiectasiche)”.

Cos’è la BPCO?

“La BPCO è caratterizzata da una progressiva ostruzione bronchiale irreversibile soprattutto a carico dei medi e piccoli bronchi, condizionante la mancanza di respiro”la dispnea”. L’insorgenza dell’enfisema polmonare che comporta una distruzione delle unità funzionanti del polmone (strutture alveolocapillari) con la conseguente ipertensione polmonare conduce inesorabilmente all’interessamento patologico del cuore. Si parla quindi di malattie importanti che iniziano con un danno polmonare e che alla fine compromettono anche il cuore (cuore polmonare cronico)”.

Patologie di questo tipo sono provocate, soprattutto dal fumo di sigaretta…

“Sì, il fumo di sigaretta costituisce spesso la prima causa di queste patologie ma non è l’unica. Incide molto anche l’inquinamento atmosferico e talune attività lavorative e anche il ricorrere di infezioni dell’apparato respiratorio”.

Ci sono altre patologie per cui si può ricorrere alla riabilitazione respiratoria?

“La BPCO costituisce per lo Pneumologo il principale campo di applicazione delle metodiche di riabilitazione respiratoria. Un ulteriore campo di applicazione è costituito dalle malattie polmonari restrittive nelle quali i bronchi sono pervi, ma è il parenchima polmonare che è ridotto e/o compresso (resezioni polmonari chirurgiche o malattie polmonari e/o pleuriche) che riducono il tessuto funzionante o patologie neuro muscolari che ostacolano l’espansione della gabbia toracica. In questi casi i successi posso essere meno evidenti ma attuali idonee metodiche possono consentire al paziente di vedere migliorato il proprio respiro”.

Su che cosa agisce, nel dettaglio, la riabilitazione respiratoria?

“Il trattamento prevede una prima fase di educazione sanitaria che consiste nello spiegare al paziente, nel modo più semplice possibile, la patologia di cui è affetto e come questa interferisca in senso negativo sui meccanismi della respirazione. Lo scopo principale è quello di mantenere disostruite le vie aeree e potenziare la forza dei muscoli respiratori per migliorare la ventilazione polmonare e quindi gli scambi respiratori”.

Come si svolge un trattamento di riabilitazione respiratoria? Quali sono i passaggi cui si deve sottoporre il paziente?

“Varie sono le metodiche disponibili che vanno però calibrate su ogni singolo paziente in base alla diagnosi ed alle eventuali comorbilità; è difficile quindi condensarle in una risposta. Lo scopo principale è anche quello di insegnare al paziente metodiche semplici che poi possa proseguire a utilizzare da solo a domicilio, anche con l’uso di idonei strumenti”.

Quanto dura, in genere, un trattamento di riabilitazione respiratoria?

“Il programma del nostro ambulatorio prevede attualmente una seduta alla settimana della durata di circa un’ora per un totale di dieci sedute. In futuro si prevede di passare a due sedute alla settimana. Durante l’attività ambulatoriale è presente lo specialista Pneumologo che verifica periodicamente l’evoluzione del quadro clinico”.

Tutto ciò può portare a una guarigione o si può incidere solo sui sintomi?

“Spesso questi pazienti giungono all’osservazione già in una fase avanzata della malattia e la prima battaglia da condurre spesso è la disassuefazione dal fumo di sigaretta. Alcuni sono già nella fase dell’insufficienza respiratoria conclamata e spesso già in ossigeno terapia 24/24 ore. In tutte queste situazioni non si può parlare di guarigione ma di miglioramento clinico (attenuazione dei sintomi, riduzione delle riacutizzazioni e dei ricoveri ospedalieri, miglioramento della qualità della vita)”.

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