Offrire agli anziani attività educative, specialmente quelle ben organizzate e specifiche per le loro esigenze, può ridurre significativamente l'uso di farmaci psichiatrici nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).
Offrire agli anziani attività educative, specialmente quelle ben organizzate e specifiche per le loro esigenze, può ridurre significativamente l'uso di farmaci psichiatrici nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). È quanto emerge dallo studio “Analisi dell’uso dei farmaci psichiatrici e delle pratiche assistenziali nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA): un confronto tra due strutture del Gruppo KOS”, presentato nell'ambito del 39° Congresso Nazionale della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), presso il BPER Forum “Guido Monzani” di Modena (21-23 maggio).
La ricerca, condotta da Chiara Carla Monti (Direzione Medica Anni Azzurri, Gruppo KOS), Lavinia Toussan (Anni Azzurri, Gruppo KOS) e Francesco Spigarelli (Gruppo KOS), mette in luce quanto sia importante, all’interno delle RSA, utilizzare metodi alternativi ai farmaci (interventi non farmacologici) per aiutare gli anziani affetti da demenza e disturbi psichiatrici.
L'obiettivo primario dello studio è stato quello di valutare l'associazione tra le attività di cura multidisciplinari e l'impiego di farmaci psichiatrici, analizzando le differenze tra due RSA del Gruppo Anni Azzurri KOS. Sono stati esaminati i dati del 2024 relativi a una struttura di Roma (118 posti letto, 157 pazienti durante l'anno) e una di Cermenate (100 posti letto, 166 pazienti). Mensilmente, sono stati monitorati indicatori chiave quali l'uso di farmaci psichiatrici, le contenzioni (con e senza sponde), la partecipazione a sessioni di fisioterapia, attività educative generali e attività educative specialistiche.
I risultati hanno mostrato differenze significative tra le due strutture: nella RSA di Roma, il 73,1% dei pazienti ha ricevuto farmaci psichiatrici, con un ricorso alle contenzioni (escluse le sponde del letto) nel 33,5% dei casi. La partecipazione alle attività riabilitative, educative generali e specialistiche ha raggiunto rispettivamente l'81,03%, il 71,5% e l'8,79% degli ospiti.
Nella struttura di Cermenate, solo il 51,8% ha ricevuto psicofarmaci, ma il ricorso alle contenzioni è stato maggiore (40,3%). Tuttavia, la partecipazione alle attività non farmacologiche è risultata nettamente superiore: 96,5% per la fisioterapia, 97,8% per le attività educative generali e 91,2% per quelle specialistiche.
I risultati evidenziano che l’integrazione di attività educative, in particolare quelle specialistiche, è associata ad una riduzione nell’uso di farmaci psichiatrici, soprattutto nelle RSA dove queste attività vengono applicate in modo sistematico. Promuovere dunque un approccio integrato e personalizzato può portare a un miglioramento della qualità della vita degli ospiti e ad una significativa riduzione della dipendenza farmacologica.
In foto:Chiara Carla Monti (Direzione Medica Anni Azzurri, Gruppo KOS), Lavinia Toussan (Anni Azzurri, Gruppo KOS) e Francesco Spigarelli (Gruppo KOS),