Tutto quello che c'è da sapere sulle terapie non farmacologiche: cosa sono, come vengono somministrate e in quali casi.
La scienza e la medicina offrono numerose alternative per la cura e il trattamento di malattie e patologie. Tra questi rimedi esistono anche terapie non chimiche, diversamente dette non farmacologiche. Leggi il nostro articolo e scopri tutto quello che c'è da sapere sulle terapie non farmacologiche: cosa sono, come vengono somministrate e in quali casi.
Quando parliamo di terapie non farmacologiche, anche dette TNF, ci riferiamo a quell’insieme di tecniche volte a ridurre determinati sintomi, associate o meno ad una terapia farmacologica. Si tratta di una serie tecniche e strategie messe in atto da personale formato che puntano a rallentare il progredire della malattia, limitandone i sintomi ed offrendo un netto miglioramento dal punto di vista psicologico e comportamentale. Le terapie non farmacologiche vengono impiegate per esempio nel trattamento delle patologie dell’età senile.
Questa tipologia di terapie agisce prevalentemente sulla sfera emotiva e cognitiva del paziente, fattori che vanno ben oltre la malattia stessa, infatti i soggetti che presentano una fragilità fisica o psicologica tendono all’isolamento e a sviluppare una serie di sintomi difficilmente responsivi a terapie convenzionali.
Le terapie non farmacologiche sono molto utilizzate nei pazienti affetti da demenza (ad esempio la malattia di Alzheimer), con grande beneficio, in quanto in grado di rallentare il decadimento cognitivo o ridurre notevolmente disturbi come l’agitazione psico-motoria, il wandering o la depressione. Rappresentano un importante adiuvante delle terapie farmacologiche, favorendo l’implementazione di un ambiente terapeutico.
Tra le più conosciute, e utilizzate nelle nostre strutture, occorre menzionare la musicoterapia, la Pet Therapy, l’ortoterapia e altre terapie legate al decadimento cognitivo, come la validation, la stimolazione basale e lo Snoezelen.
Si tratta della terapia non farmacologica più conosciuta, che vede impiegato l’aiuto dei più comuni animali domestici: cani, gatti, porcellini d’india e coniglietti nani.
Questa pratica è assai conosciuta, tanto da essere regolamentata dall’Istituto Superiore di Sanità che afferma che “Numerose evidenze scientifiche dimostrano le potenzialità dell’impiego degli animali come strumento di cura, in particolare negli ospedali e nelle case di riposo per anziani, strutture in cui le persone sono separate dall’affetto e dal supporto dei propri cari. La presenza di un animale agisce come un “rompighiaccio”, offre argomenti di conversazione e, in ultima analisi, stimola la comunicazione e le relazioni sociali”.
La Pet Therapy è efficace non solo nei soggetti anziani affetti da Alzheimer e demenza, ma anche nei pazienti pediatrici e in quelli affetti da disturbi dello spettro autistico.
È dimostrato, infatti, che la presenza dell’animale porti ad un rapido miglioramento del livello di attenzione e della frequenza delle interazioni sociali, sia verbali che non, e alla riduzione delle stereotipie comportamentali, cioè di quei movimenti ripetuti senza apparente scopo, che spesso caratterizzano il disturbo.
La musicoterapia sblocca sentimenti di gioia, pianto, emozione e rabbia, oltre ad influenzare funzioni cognitive, capacità motorie, nonché abilità sociali e a migliorare la qualità della vita. Tra i vari ambiti in cui viene applicata c’è la medicina oncologica, palliativa e geriatrica.
Il contatto con la natura e la vita all’aria aperta stimola non solo la produzione di vitamina D, ma abbassa i livelli di stress e ansia nel paziente affetto da malattie, accresce l’autostima, favorendo la pazienza e regolando la pressione del sangue, nonché il battito cardiaco e il respiro.
Questa terapia non farmacologica è perfetta per il paziente geriatrico.
Ci sono altre terapie farmacologiche che agiscono sui principali disturbi del decadimento cognitivo: