Nell’ambito della ricerca scientifica Anni Azzurri crede e investe nello sviluppo delle tecniche più moderne per la cura e il benessere delle persone anziane.
La ricerca per Anni Azzurri ha risvolti di natura clinica avendo aderito allo studio internazionale europeo definito HAALT2 che permette di analizzare statisticamente i percorsi clinici e le patologie afferenti alla popolazione residente, comparando i dati di residenze dislocate su tutto il territorio europeo. Tali analisi sfociano sia nelle collaborazioni universitarie che in approfondimento interno, finalizzato a porre in essere i percorsi ottimali per gli ospiti, non escludendo inoltre migliorie dei processi che coinvolgono il personale assistenziale.
Anni Azzurri in associazione con l’università degli studi di Brescia -sezione di farmacologia- è il soggetto attivo per un’ indagine conoscitiva sull'utilizzo dei farmaci, prodotti ad attività farmacologica e alimentazione allo scopo di razionalizzarne l'utilizzo nelle RSA.
L’indagine che avrà una durata di circa 2 anni, vuole approfondire (con studi personalizzati sui singoli pazienti) il rapporto tra farmaci ed alimenti nella pratica quotidiana, per giungere ad un percorso validato che garantisca un migliore equilibrio tra ambito nutrizionale e farmacologico in vista di una corretta prescrizione, somministrazione ed uso dei prodotti farmacologici.
Simili studi sono attualmente in corso in fase sperimentale negli Stati uniti, dove sembrano dare risultati ottimali e favoriscano quindi il miglioramento della vita quotidiana degli ospiti.
La collaborazione è finalizzata ad analisi documentali dei percorsi assistenziali nell’ambito dell’RSA e approfondimento clinico statistico delle patologie infettive in ambito socio sanitario, anche in con il contributo dell’istituto di microbiologia dell’Università statale di Milano.
A cura di Matteo Tessarollo.
“Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.”
Sin dalla notte dei tempi la donna ricopre un ruolo fondamentale nella cura ed assistenza dei più fragili, in particolare bambini e anziani.
I versi del brano di Battiato, liberamente interpretati, vorrebbero sottolineare come la donna in qualità di madre, moglie, figlia e amica si prodiga da sempre e naturalmente nella cura ed assistenza delle persone che le stanno vicino e che ama.
In ogni epoca storica il femminile ha declinato lo sviluppo “dell’ecosistema” sanitario e socio-sanitario attraverso la cura e l’assistenza dei meno fortunati e attraverso un lavoro costante di crescita delle proprie competenze professionali e delle proprie capacità relazionali ed empatiche.
Questo libro ha l’obiettivo di indagare e osservare il fenomeno della femminilizzazione del settore socio-sanitario focalizzandosi sul ruolo dei caregiver formali ed informali di genere femminile.
Attraverso dati, indicazioni e provocazioni si prova a comprendere quanto questo ruolo sia stato voluto o imposto.
Spunti che raccontano un’assistenza al femminile che oggi più che mai rappresenta parte integrante del nostro welfare e garantisce un equilibrio fondamentale e complicato delle risorse sociali, economiche e relazionali delle famiglie che costituiscono le nostre società civili moderne.
A cura di Antonio Monteleone.
Se volgiamo uno sguardo limpido alla vita di tutti noi, la felicità vuol dire edificare e mantenere, attraverso conoscenze e azioni, la nostra natura di esseri razionali e morali.
Intrecciare buone relazioni con noi stessi, gli altri e l’ambiente, mentre ci si adatta a circostanze destabilizzanti e a fattori aggressivi esterni, come pure agli assalti che colpiscono dal di dentro, per la debolezza della condizione umana e il suo spontaneo deterioramento col trascorrere del tempo.
D’altra parte la felicità è il bene supremo e finale, sicché, se non lo si raggiunge nel tratto conclusivo della nostra corsa, è come se mai lo avessimo conosciuto.
È possibile, allora, essere felici anche in una RSA? Pur trovandosi lì ospitati in quanto persone sul viale del tramonto? Persino prive di piena padronanza di se stessi?
Il libro si interroga su quale sia la cornice esistenziale adatta a favorire una qualità di vita da cui emergano, se non stati d’animo con lucida coscienza, almeno sensazioni ed emozioni, che rendano sereni e quasi grati di una sorte, per tanti versi e nonostante tutto, che può essere considerata buona.
Buona sorte: in greco eudaimonia, in latino beatitudo! In tal senso la sua lettura è consigliabile certamente:
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